NON GIUDICARE MAI DALLA COPERTINA...ED INVECE SI!

IL MIO ABBIGLIAMENTO, LOGHI BY ROBERTO ALFIERI
IL MIO ABBIGLIAMENTO, LOGHI BY ROBERTO ALFIERI

Prima di fare 4 chiacchiere con Roberto Toderico (subito dopo quest’articolo), voglio farvi capire come il Metal, insieme al Punk (quello vero), è forse l’unico genere dove la musica parte sempre prima dalla copertina.  

I metallari sono persone brutte, giudicano sempre dalla copertina. E pensate un po’, io sono felice di essere stato una persona così brutta (in verità ancora oggi ascolto assiduamente metal, ma per me all’epoca l’attitudine era tutto e, per rispetto, mi ritengo un grandissimo ascoltatore). 

Era il 1998, avevo 16 anni e sfoggiavo un'acconciatura che andava tanto di moda all’epoca: un caschetto stile Oasis. 

Mio padre mi drogava di Rock anni '70 e, soprattutto, Beat generation, conoscevo a memoria tutti i pezzi dei New Trolls, Camaleonti, I Corvi, Equipe 84, ecc... 

Ai tempi andavo spesso con mio padre in un negozio di musica della mia città, si chiamava Bootleg (RIP), il proprietario, un certo Pasquale (rinominato poi Pasquale di Bootleg), aveva una strana voce nasale e storpiava tutti i nomi dei gruppi: i Grave Digger diventavano magicamente i GrevDigghe o Death SS i Death 55. 

Quel giorno del 1998 andai in giro per il negozio, così, per curiosità. Bootleg aveva una importante sezione metal e, non so perché, venivo sempre attratto da quelle copertine. 

Iniziai, da quel giorno, a giudicare dalla copertina. 

Scelsi tre dischi che cambiarono la mia vita e diedero inizio alla mia carriera metallosa 

Opeth “My arms, Your HearseSepultura “Roots Bloody Roots” e gli Angra “Fireworks”. 

Bene, gli Opeth avevano questa copertina cupa e piena di mistero, i Sepultura li trovai bizzarri e allo stesso tempo il concetto di radici era perfetto, mentre gli Angra erano un'esplosione pura. 

Tutte le mie aspettative in quelle copertine, vennero tradotte, per la prima volta, in musica. 

Guardate, ancora oggi ritengo quei tre dischi dei capolavori, in tanti ascoltano gli Opeth per tutt’altri dischi, ma per me “My Arms, Your Hearse” rimane il disco per eccellenza, perfetto. 

Era l’epoca dei loghi riprodotti a penna sul bordo della custodia di una cassetta, mentre il disco andava e lo ascoltavi tutto. 

Era l’epoca della mia prima comitiva metallosa e delle serata con uno stereo, birra e tante cazzate. 

Era l’epoca del mitico Roberto, tutt’oggi uno dei miei più cari amici, che disegnò i chiodi di tutti i metallari molisani, e, molto probabilmente, non solo. 

Era l’epoca senza internet, dove compravi un disco, senza averlo ascoltato, su cataloghi come Negative o Soundcave, e litigavi con il tuo amico metallaro perché “Code Red dei Sodom lo devo comprare io, non         tu!”.

Era l'epoca delle riviste come Grind Zone, Metal Shock e Metal Hammer, che attendevi mensilmente per scoprire il Top album del mese. 

Era l'epoca dove socializzavi ai concerti o magari tornando su un treno da un X-Mas Fest con persone che, a distanza di anni, ancora oggi ricordi. 

Era l’epoca dove potrei andare avanti per ore a raccontare aneddoti, ma il più bello, molto probabilmente, è stato nel periodo della terza superiore:

ricordo che ci fu l'occupazione scolastica nazionale ed ho una scena impressa nella mia mente, ero fuori il mio istituto, c'era tantissima gente, io ero poggiato su di muretto con il mio primo compact-disc ed avevo a "palla" Resurrection dei Fear Factory. Non sentivo nulla, vedovo solo i labiali delle persone, gente che andava ovunque ed avevo una sensazione come di essere invisibile, ma era una sensazione piacevole. La potenza della musica sta nel fatto che, dopo più di 20 anni, quando ascolto quel brano mi viene la pelle d'oca e le immagini tornano nitide.

Il metal è visto sempre con tanta ignoranza, spesso anche per colpa dei metallari stessi che associano politica o religione senza senso (per carità, a 20 anni lo facevo anche io), dimenticando che il metallaro andava in giro con uno Skate, jeans strappati, maglietta bianca e follia stile Jackass. 

Grazie al metal oggi sono una personaparadossalmente, più aperta, ascolto di tutto se quello che ho in cuffia è buona musica. 

Era un'epoca che non tornerà mai più, perché mi godevo tutto. 


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